06 Feb Visita alla Prepositurale e al Tesoro di Sant’Erasmo
Visita didattica alla Prepositurale e al Tesoro di Sant’Erasmo
I lavori della chiesa prepositurale furono avviati nel 1516 e completati solo nel 1587 su sollecitazione dell’allora cardinale di Milano Carlo Borromeo al marchese Alfonso Gonzaga. Un anno dopo il completamento della cupola, questa crollò l’11 febbraio 1588 trascinando con sé gran parte dell’edificio. Nello stesso anno, la Magnifica Comunità dispose il nuovo cantiere secondo il progetto dell’architetto monferrino Girolamo Facciotto, richiesto da Alfonso al cugino duca di Mantova. All’inizio del 1590 la chiesa si presentava completamente riedificata, ad eccezione della Cappella del Crocifisso Miracoloso e della Sagrestia Vecchia di epoca più antica. Tra le opere più significative custodite in chiesa spiccano il Crocifisso ligneo di scuola veronese del XV secolo, l’altare lapideo realizzato nel 1688 dai bresciani Stefano e Faustino Carra, i commessi marmorei eseguiti dai Corbarelli e la bella tela con le anime purganti opera del pittore mantovano Giuseppe Bazzani (1743 ca.)
Dal 2021 la Sagrestia Vecchia, prezioso scrigno architettonico risalente ai primi decenni del Cinquecento, ospita il Tesoro di Sant’Erasmo, il ricco patrimonio di reliquie e reliquiari che dall’inizio del Seicento arricchisce la Prepositurale, nel clima del rinnovato fervore spirituale che animò la riforma post-tridentina. Il culto dei santi, da sempre considerati intercessori presso Dio, e la consuetudine di conservare e venerare le loro reliquie (letteralmente “resti”), ebbero infatti grande impulso a Castel Goffredo dal 1610, anno in cui il duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga donò alla chiesa 134 reliquie provenienti dalla Cappella Palatina di Santa Barbara in Mantova, inserite nei quattro reliquiari ad altarolo dell’inizio del XVII secolo.
L’Antica Sagrestia della Chiesa Prepositurale di Sant’Erasmo V.M. in Castel Goffredo
Dopo diversi lavori di restauro e la progettazione dell’allestimento museale, sabato 16 ottobre è stata inaugurata l’Antica Sagrestia della Chiesa Prepositurale di Sant’Erasmo V.M. in Castel Goffredo.
Sono intervenuti:
Don Giuseppe Bergamaschi, prevosto della Prepositurale di Sant’Erasmo
Mario Anghinoni, Fondazione Cariplo
Don Franco Magnani, teologo già direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI
Donatella Perani, Perani & Associati restauro d’arte
Renata Massa, storica dell’arta esperta in argenti e pietre dure
Achille Prignaca, Sindaco di Castel Goffredo
Barbara D’Attoma, direttrice MAST Castel Goffredo – museo della Città
L’associazione onlus Gruppo San Luca
Il Gruppo San Luca Onlus è un’associazione a carattere volontaristico della Parrocchia Prepositurale di Sant’Erasmo di Castel Goffredo, il cui scopo è il coordinamento e la promozione di attività culturali.
L’associazione, fondata nel 2000, si occupa in particolare di tutela, restauro e valorizzazione culturale e religiosa dei beni di pregio storico e artistico della Parrocchia stessa.
Dalla sua fondazione il San Luca, oltre all’organizzazione di concerti, conferenze, eventi cinematografici e teatrali e viaggi culturali, ha promosso ricerche e studi relativi agli oggetti, alle collezioni e al territorio, che hanno portato alla realizzazione di quattro importanti mostre corredate da altrettanti cataloghi scientifici:
· Iubilate Deo – Antichi libri liturgici della prevostura di Castel Goffredo (2000)
· Il tesoro ritrovato – Reliquie e reliquiari dell’antica prevostura di Sant’Erasmo in Castel Goffredo (2002)
· Sulle tracce di Mantegna. Zebellana, Giolfino e gli altri. Sculture lignee tra Lombardia e Veneto. 1450–1540 (2004)
· D’oro e d’argento – Giovanni Bellavite e gli argentieri mantovani del Settecento (2006)
Il progetto
Tali esperienze hanno costituito per il Gruppo l’impulso alla programmazione di un progetto più ambizioso: l’allestimento di una sezione che racconti il “Tesoro” della chiesa prepositurale, con l’apertura al pubblico dell’Antica Sagrestia interna all’edificio ecclesiastico, interamente recuperata e ristrutturata per la nuova destinazione d’uso, grazie al finanziamento della parrocchia di Sant’Erasmo, con il contributo del Gruppo San Luca e di Fondazione Cariplo nell’ambito del progetto “Castel Goffredo in rete”.
Il progetto allestitivo: criteri e scelte dell’ordinamento e del percorso espositivo
La premessa costituisce la base su cui si fonda il progetto che ha previsto il restauro dell’ “Antica Sagrestia” realizzata nel XVI sec., precedentemente adibita a deposito. La stanza presenta una volta ad ombrello e ha due ingressi: uno presso il coro retrostante l’altare maggiore e uno che collega lo spazio con il cortile absidale affacciato su via Mantova.
La stanza ospita il ricco patrimonio di reliquie e reliquiari che dall’inizio del Seicento ha arricchito la Prepositurale nel clima del rinnovato fervore spirituale che animò la riforma post-tridentina.
Il culto dei santi, da sempre considerati intercessori presso Dio, e la consuetudine di conservare e venerare le loro reliquie (letteralmente “resti”), ebbero grande impulso a Castel Goffredo dal 1610, anno in cui il duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga donò alla chiesa 134 reliquie provenienti dalla Cappella Palatina di Santa Barbara in Mantova, inserite nei quattro reliquiari ad altarolo dell’inizio del XVII secolo.
Vincenzo era entrato in possesso del feudo di Castel Goffredo nel 1603 dopo lunghe trattative giudiziarie seguite all’uccisione del marchese Rodolfo sui gradini della prepositurale. Con questa donazione volle
esprimere la munificenza gonzaghesca nei confronti della comunità Castellana, a testimonianza della sua centralità nella storia religiosa e nelle vicende politiche di una terra evidentemente considerata snodo di memoria e di fede.
L’Antica Sagrestia, e il patrimonio in essa conservato, arricchisce il connubio ideale tra il modello museale più adatto alla narrazione di un territorio, di un paese e del suo contesto socio-religioso, già individuato nel “Museo della Città” e il “Museo Ecclesiastico” esplicitato nell’acronimo MAST “Museo Arte Storia Territorio” (riconosciuto da Regione Lombardia con d.g.r. 16/10/2018 n. XI/646). Da ciò è derivata l’elaborazione di un progetto di massima con l’individuazione degli oggetti e dei principali nuclei tematici:
1. Il baule e le reliquie provenienti da Roma
L’affascinante storia del baule e del suo contenuto di reliquie rimanda alla Roma del primo decennio del Seicento, dove la Chiesa Cattolica era impegnata a contrastare le tesi protestanti, tra cui quella relativa al culto dei santi che i Luterani negano. In risposta a questo atteggiamento essa si concentrò sul rilancio sistematico del loro culto soprattutto attraverso le reliquie, prova concreta della loro esistenza.
In questo clima fu costituito il “grandissimo tesoro di reliquie” dei martiri paleocristiani custodite nel forcerino che Giovanni Battista Vitale de Marinoni, laico nato a Castel Goffredo ma cittadino romano, donò alla comunità per collocarlo in Sant’Erasmo, la sua parrocchia.
Tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, contestualmente alla costruzione in marmo dell’altare del Crocifisso, fu realizzata la grata a chiusura del sacro deposito, all’interno del quale era depositato il baule con le reliquie. La bella grata in ferro dorato e dipinto, a girali d’acanto stretti da anelli, conserva ancora le serrature originarie.
Prima di essere esposti nella sede attuale, il baule, le reliquie e la grata hanno dimorato per oltre quattro secoli ai piedi dell’antico Crocefisso ligneo ritenuto miracoloso, ancora oggi esposto nell’omonima cappella della Prepositurale.
2. Le reliquie della Santa Croce
Nel deposito costruito alla fine del XVII secolo all’interno dell’altare del Crocifisso, confluì, insieme al baule e ai reliquiari gonzagheschi, la maggior parte delle reliquie acquisite dalla prevostura nel corso del tempo. A quelle dei martiri si aggiunsero nel Settecento le reliquie del titolare della Prepositurale di Sant’Erasmo Vescovo e Martire, solennemente esposte per la prima volta la domenica del 2 giugno 1736.
Particolarmente sentito presso gli stessi Gonzaga, e ben documentato anche a Castel Goffredo, è il culto per le reliquie relative alla Passione. Un buon numero riguarda anche la Sacra Famiglia e coloro che parteciparono all’infanzia di Cristo.
L’intenso afflusso di reliquie di varia provenienza durante il Settecento, è testimoniato da una cospicua serie di medaglioni ovali, alcuni molto piccoli, a cui si aggiungono reliquiari a croce e a tabella. Degno di nota è il reliquiario a capsula cruciforme contenente frammenti della Vera Croce, esibiti dal romano Giuseppe Pietro Florello all’autorità ecclesiastica e autenticati nel 1715. L’anno successivo le reliquie furono donate al reverendo don Giovanni Battista Romagnoli di Castel Goffredo.
3. Le reliquie dei santi patroni di Brescia e di Mantova
Oltre ai reliquiari ad altarolo, a medaglione, a tabella e a croce, la prevostura di Sant’Erasmo ne conserva numerosi a ostensorio, tipologia che si diffuse nel Medioevo grazie al progresso e alla diffusione della lavorazione del vetro. Sebbene la forma sia simile, tale tipologia non deve essere confusa con l’ostensorio eucaristico, destinato invece ad accogliere l’Eucarestia, di cui ne è un prezioso esempio l’ostensorio creato nel Settecento dagli argentieri bresciani Pietro e Giuseppe Arici, oggi custodito presso il museo MAST. Realizzati in lamina d’argento o semplicemente metallica, su supporto ligneo, ma anche in legno intagliato, i reliquiari a ostensorio qui esposti riecheggiano prevalentemente soluzioni formali e ornamentali rococò.
La selezione di reliquiari a medaglione omaggia i santi patroni di Mantova e Brescia. In quest’ultima diocesi, infatti, la parrocchia di Castel Goffredo gravitò dall’inizio del XVI secolo fino al 1784.
Nel corso dei secoli, quando le reliquie non erano mostrate ai fedeli, erano custodite in borse di piccole dimensioni, nella maggior parte dei casi confezionate con tessuti serici recuperati da capi d’abbigliamento laici. I frammenti tessili con cui molte furono realizzate, appartengono al patrimonio di oltre 400 paramenti liturgici databili dal XVII al XIX secolo ancora oggi custoditi nella Prepositurale di Sant’Erasmo Vescovo e Martire.
L’allestimento prevede un percorso unidirezionale e i visitatori possono accedere allo spazio solo accompagnati dal personale interno al museo MAST che ne cura la gestione.
Il “Tesoro” è quasi interamente costituito da reliquiari di diversa tipologia, per i quali sono state previste apposite vetrine disposte lungo perimetro della sala. Si precisa inoltre che i reliquiari esposti sono stati oggetto di approfonditi studi in occasione della mostra curata nel 2002 da Renata Massa, Il tesoro ritrovato. Reliquie e reliquiari dell’antica Prevostura di Sant’Erasmo in Castel Goffredo.
La gestione dello spazio espositivo dell’Antica Sagrestia è a cura del Gruppo San Luca in accordo con il responsabile legale della Parrocchia.