Monica Raschi

Ho avuto il privilegio e la fortuna di assistere a quasi tutti gli eventi che il gruppo San Luca ha organizzato negli anni. Più di una volta li ho visti nascere e poi li ho potuti seguire, ho partecipato a varie iniziative, ho sempre seguito le recensioni dei vari giornali, le pubblicazioni sui social, ho potuto assistere anche a più di una conferenza stampa sia in Provincia che in Regione accompagnando Gaetano quando, come giornalista aveva, avuto l’opportunità di andare in trasferta invitato da Corrado…

Ciò che ricordo di lui praticamente è racchiuso in tanti ricordi frammentati in lunghissimi 20 anni.

Mi parlarono di lui per la prima volta circa 20 anni fa appunto, quando, parlando con un amico di oggetti di un certo valore, venni a conoscenza di un negozio di antiquariato nei pressi dei giardini pubblici castellani. Ricordo che visitai il negozio dalla vetrina, ma non fu quella l’occasione in cui feci la conoscenza dell’allora architetto Bocchi (così veniva chiamato, segno di un già diffuso e apprezzato riconoscimento).

Certo era che quel negozio e la cura con cui gli oggetti erano stati disposti mi restò impressa ed anche per il fascino che evocava il locale e per gli oggetti interessanti ed insoliti che vi erano esposti. Più avanti negli anni abbiamo avuto anche la fortuna di visitare il suo negozio in centro a Mantova e fu quella l’occasione per vedere da vicino i suoi progetti di arredamento e notare un gusto sopraffino per gli accostamenti di colori, fantasie ed oggetti che sembrava attraversare il tempo unendo il passato al presente e il presente al futuro in modo estremamente naturale.

Ma non è nemmeno facile ricordare… oggi… ad un mese di distanza dalla sua improvvisa scomparsa, in questo periodo di clausura forzata e durissima, sembra che siano passati i secoli…

Secoli come quelli che per Corrado erano assolutamente familiari e che amava tanto sondare, esplorare, valicare, conoscere e far conoscere, facendo scoprire la storia e le storie della città di Castel Goffredo, ma anche dei territori limitrofi e non solo…

Che amara ironia… se per lui i secoli erano come le sue tasche, non avevano segreti, li conosceva a memoria e ne narrava con fluidità… per noi invece, che qui siamo rimasti incastrati in questa realtà surreale da circa due mesi, sembra di portare addosso il peso di tutti quei secoli…

Raccontare di un uomo così che potevi ritrovarlo perfettamente a suo agio tra gli organizzatori e volontari della valida Festa del Tortello Amaro di Castel Goffredo oppure come ideatore della coraggiosa e più che valida Fiera dei Fiori organizzata per due anni nel Parco la Fontanella e denominata Flora et Labora (un evento più che riuscito a mio avviso, ma che come tutte le cose più belle la maggior parte delle volte sono destinate ad avere vita breve) oppure saperlo tra i promotori di Libri sotto i Portici, atteso evento mensile a cui accorre gente anche da molto lontano e poi saperlo anche fautore delle magiche serate di “A cena dentro lo spettacolo”, gli eventi a sostegno della raccolta fondi di un progetto tanto ambizioso quanto oggi più che mai gioiello tra i gioielli non solo della città di Castel Goffredo, ma anche di un più ampio territorio compreso tra Mantova, Cremona e Brescia, non è facile.

Da parte mia e di Gaetano poi c’è sempre stata tanta voglia di potergli parlare di più, di più di quel poco che si poteva riuscire a fare incontrandolo per strada in paese; non è mai stato possibile perché lui era sempre di corsa, non lo vedevi mai fermo a godere dei traguardi raggiunti, era sempre come ai blocchi di partenza in attesa di un divenire… D’altronde, lo comprendevamo perfettamente: non era difficile immaginare quante idee avesse per la testa e che dunque doveva andare a progettare, le collaborazioni da stringere, le risorse da esplorare, l’attenzione dei media e delle istituzioni da attirare sul territorio, i progetti da avviare, i bozzetti da disegnare…

Ma alcuni ricordi bellissimi tra i più cari che ho li conservo vividamente nella mia mente: la sua grande Fede in Dio, granitica, intimistica, fervida, con la quale vedeva l’arte che lo circondava come una delle espressioni più alte dell’Uomo, ma perché prima di tutto questa capacità dell’umanità è vero dono di Dio e come tale è da valorizzare. Lo ricordo come mio docente ad un corso sul patrimonio delle Terre dell’Alto Mantovano, “Dipinti di Pietra. Un viaggio tra tarsìe di marmo e pietre dure”. TAM è un altro dei progetti del gruppo San Luca, finanziato da Fondazione Cariplo, con lo scopo di favorire lo sviluppo economico del territorio attraverso la valorizzazione e la gestione integrata dei beni culturali, che ha coinvolto numerose parrocchie e comuni, musei e associazioni culturali dell’Alto Mantovano per creare una rete tra tutti questi soggetti che si sentono coinvolti nella promozione. Il corso si concluse con un percorso guidato alla scoperta dei tesori studiati ai vari incontri; dunque partimmo alla scoperta di gioielli nascosti nelle chiese del territorio e quando Corrado spiegava la bellezza delle tarsìe degli altari si commuoveva, si poteva sentire quanto amore e quanta passione metteva in ciò che faceva ma anche quanta dedizione e quanta ammirazione avesse per queste opere, sconosciute ai più, ma non per questo meno importanti di altre. Fu una rivelazione della ricchezza non solo materiale, ma anche di espressioni artistiche ricche di contenuti sacri che abbiamo intorno a noi…

Un altro importante ricordo va a quella domenica mattina di fine febbraio, un mese esatto prima della sua scomparsa, l’ultima volta che lo vedemmo prima del lockdown. Io e Gaetano all’uscita dalla messa domenicale a Castel Goffredo lo incontrammo, insolitamente meno di fretta del solito, e dunque ne approfittammo per una bella chiacchierata in piazza ed io lo interpellai per un mio dubbio sul come affrontare l’organizzazione e la gestione di alcune situazioni all’interno di un’associazione culturale che come Presidente mi ero trovata a dover gestire. I suoi consigli mi stupirono, sovvertirono il mio modo di vedere le questioni in quel particolare momento, mi invitò a vedere le cose da un più ampio orizzonte, meno individuale o circoscritto, ma più comunitario e sopra qualsiasi egoismo o anche legittimo motivo di orgoglio… In quell’occasione ci aggiornò anche circa l’ultimo grande progetto che il gruppo San Luca stava portando avanti: l’allestimento della torre civica e la sua apertura alle visite turistiche. Un altro lavoro che lo emozionava nel raccontarlo, nel quale credeva incrollabilmente e che sicuramente presto sarebbe diventato realtà. E noi mentre lo ascoltavamo non vedevamo l’ora di vivere quel giorno… insieme a lui…

Il giorno che ho saputo che così tragicamente, velocemente e inaspettatamente è venuto a mancare ho realizzato quanto bene abbiamo perduto improvvisamente: un uomo che fece della sua passione per l’arte e la storia un’attività di volontariato tesa a valorizzare il nostro luogo per tutti, non solo a far conoscere, ma a far risplendere e ad apprezzare i tesori nascosti, i fatti storici e i collegamenti che rivelano una ricca storia alle nostre spalle ed un humus da cui far nascere tutte le cose belle che poi ha costruito insieme agli amici nonché volontari del gruppo San Luca.

Il nostro, dunque, è un ricordo molto semplice, più che altro  noi siamo sempre stati sensibili alla bellezza, all’arte e alla storia;  chi le valorizza (ed anche così bene come lui ha saputo fare) ha sempre avuto la nostra stima e il nostro sostegno. È stato anche per questo motivo che quando io e Gaetano ci siamo sposati abbiamo voluto cogliere l’occasione di fare conoscere la realtà del Mast a tutti i nostri invitati, facendo in modo che il nostro ringraziamento a loro divenisse una bomboniera solidale a favore dell’arte. Per cui nell’ottobre del 2017, proprio poco prima dell’inaugurazione del Museo,  interpellammo Corrado per chiedere se vi era una possibilità e così è stato: ci propose di fare una donazione dedita al restauro di un’opera d’arte adottando il “Gesù Bambino Benedicente” dell’artista quattrocentesco Giovanni Zebellana. La sua proposta fu benaccetta, nonché meravigliosamente azzeccata, perché il soggetto era in tema con la nostra storia e la nostra meravigliosa condizione di allora, ovvero l’attesa di un figlio.

Ora viene da pensare che perduto lui si creerà il vuoto, che tutto andrà perduto: è facile pensarlo, forse anche legittimo, ma….. poi penso che una delle grandi capacità di Corrado era anche non soltanto riuscire a circondarsi di persone valide e volenterose, ma creare rapporti umani forti e profondi, fatti di stima vicendevole; inoltre con il suo carisma e il suo esempio riusciva a infondere e a contagiare le persone con l’amore per le cose belle, la cura per ciò che ci circonda e senz’altro i suoi familiari, colleghi ed amici hanno potuto respirare un’aria ed assistere ad un esempio, ancor più vicino e ancor più diffusamente di noi, che darà loro il coraggio e il desiderio, l’onere e l’onore, di proseguire per portare avanti questi meravigliosi progetti ed altri ancora, ne sono sicura, a beneficio della comunità.

Il suo sorriso, la sua gentilezza, la sua “fretta” di proseguire, di cercare alleanze e di concretizzarle non solo nella comunità, ma anche nelle Istituzioni, non può non avere ben seminato…

Anzi, proprio come quei fiori che stampati o tessuti adornavano i bellissimi tessuti per arredamento che lui utilizzava nei suoi progetti e come i bellissimi fiori che venivano mostrati e valorizzati nelle varie fiere primaverili alle quali partecipava, alcune anche organizzate da lui e il suo staff (ricordo tra le altre Castellaro Lagusello, un altro must che attendevo trepidante ogni anno) ed ancora i fiori che la moglie Gianna (di cui non ho ancora parlato qui, ma che, al pari di lui ma più celatamente, apprezzava e valorizzava l’arte e la bellezza) trasformava, attraverso la bellissima arte dell’essiccazione, in magiche immagini e sorprendenti quadri e infine proprio come quei fiori disegnati con le tarsìe di marmo sugli altari delle chiese e che apparivano come realistici, comprese le infinite sfumature dei petali, senz’altro anche lui come quei fiori ha lasciato sul terreno semi che un giorno germoglieranno e porteranno di nuovo frutto, sul suo esempio, per tutto il nostro territorio e le nostre comunità…

Con affetto,
Monica con Gaetano e Nicola